
Il Garbin
Il vento che sospira alle nostre vigne
Fra le varie componenti della natura che influiscono sul microclima dei nostri vigneti ce n’è una di apparentemente intangibile, diventata una costante compagna di lavoro: il Garbin, che in dialetto veneto significa “Libeccio”, ovvero il vento che in alcuni periodi dell’anno soffia accarezzando i nostri filari in un territorio che si estende su due province, quella di Treviso e quella di Venezia. E proprio in quest’ultima provincia il legame con il Garbin si fa più significativo: è un vento caldo, caratteristico della laguna veneziana (l’appellativo dialettale è stato coniato infatti dai pescatori), che arriva sulle nostre campagne in diversi periodi dell’anno in forma leggera o più decisa. Il Garbin è insito nella cultura popolare, marittima e agreste veneta, tanto da diventare protagonista di diversi proverbi, come ad esempio: “el vento de garbin el fa spuà le vide” (il vento di libeccio fa “lacrimare” le viti).
Qual è il principale vantaggio del libeccio che accarezza i nostri vigneti? Contribuisce a creare un microclima unico che conduce i profumi e i sapori della laguna di Venezia fino alle nostre vigne, influenzando le caratteristiche del terreno, delle piante, dell’uva e di conseguenza del vino finale.
Il vento può causare il raffreddamento o il riscaldamento dell’aria e riesce anche ad eliminare le differenze di concentrazione dell’anidride carbonica, dell’ossigeno e del vapore acqueo tra i diversi strati d’aria compiendo una sorta di rimescolamento. Contribuendo alla riduzione dell’umidità relativa presente nell’aria, può aumentare l’evapotraspirazione e i consumi idrici della pianta ma allo stesso tempo inibisce e limita lo sviluppo di muffe come l’oidio e la botrite o altre malattie fungine e di insetti fitofagi o vettori di virus per le piante.
Il Garbin si rivela quindi un alleato prezioso per i nostri vini: anche gli enoturisti, passeggiando fra i nostri filari, possono lasciarsi scompigliare i capelli dalla sua brezza e coglierne la presenza.