
Inaugurazione della mostra: sabato 6 maggio, ore 16.00
a cura di Roberta Gubitosi
Le opere di Luisa Mialich saranno esposte nella wine hall.
Visita gratuita
L’esclusivo Wine Creative Lab 47Anno Domini ospita la personale dell’artista veneziana Luisa Mialich. Il titolo “Trasparenze rapprese” sottolinea gli aspetti fondanti della sua produzione pittorica incentrata sulla ricerca cromatico-tonale, su velature, vibrazioni, sovrapposizioni liquide di colore.
Partendo dalla precisione realistica della tecnica ad acquerello, l’artista ha sviluppato una singolare interpretazione informale ed emotiva delle infinite suggestioni provenienti dal contatto con la natura. Come lei stessa ricorda, la sua arte “è cresciuta nella storia della pittura” tanto amata e studiata, con particolare attenzione ai maestri dello spazialismo veneto, come Morandis, Bacci, Gaspari, Tancredi. Così le diverse esperienze hanno permesso di sperimentare in modo sempre più audace gli aspetti tecnici specifici dell’acquerello e di amplificare il potenziale espressivo grazie all’impiego di tele e di altri media, quali pasta acrilica, sabbia riflettente, china. Le stesure di getto e l’immediatezza del gesto senza ripensamenti si alternano ai movimenti liberi delle velature sovrapposte che penetrano la texture della carta o della tela e si dilatano fino a rapprendersi in forme indefinite e al contempo organiche e naturali.
La luce del supporto bianco traspare tra le macchie acquarellate dei pigmenti a volte graffiate dalle sottili incisioni o dai segni diretti dell’artista.








La libertà formale della macchia liquida e la naturalezza della gocciolatura si accompagnano agli interventi segnici o alle stesure più materiche rispettando sempre quel sottile equilibrio tra leggerezza e pesantezza, tra ciò che penetra in profondità e ciò che emerge in superficie.
Nasce una pittura dai toni delicati e indefiniti, generati dalle trasparenze della materia, che l’artista riesce ad estendere anche alle grandi dimensioni. La natura è la fonte primaria d’ispirazione: nel mutevole rapporto con essa scaturisce quella “scintilla” che accende la genesi della sua pittura, tesa a cogliere le energie primitive. I vari tipi d fiori, le orchidee di montagna, i limonium della laguna, i sottoboschi, le foreste vengono trasfigurate dalle velature cromatiche che agiscono nella piena libertà formale e generano una vibrante tavolozza di lilla, rosa, rossi, verdi, ocra. Luisa Mialich cerca di cogliere l’effimero mutare della natura, l’impermanenza delle cose e il continuo fluire dell’esistenza. Come il fiore con la sua precarietà diviene la quinta essenza del bello, così la trasparenza della sua pittura rievoca quei momenti emozionali fugaci che non possono essere fissati e definiti a parole.